QUESTIONE SLOVENA, IL SOTTOSEGRETARIO CENTINAIO INCONTRA IL CONSORZIO DELL’ACETO BALSAMICO DI MODENA IGP AL CIBUS DI PARMA: C’È BISOGNO DI FARE SISTEMA
Sollecitare l’intervento del Premier Draghi e fare pressing sui rappresentanti italiani nelle Istituzioni Europee affinché possano intercedere a favore di un’accelerazione del procedimento: queste le prossime mosse per adiuvare l’avvio della procedura di infrazione contro la norma tecnica slovena sugli aceti balsamici. Lo ha anticipato ieri il Sottosegretario alle Politiche Agricole Sen. Gian Marco Centinaio, incontrando al Cibus di Parma insieme al Sottosegretario al Lavoro Tiziana Nisini e alla Deputata emiliana della Lega nonché Segretario della Commissione Attività Produttive alla Camera Benedetta Fiorini che ha seguito la problematica fin dall’inizio, il neo rieletto Presidente del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Mariangela Grosoli e i due Vicepresidenti Cesare Mazzetti e Giacomo Ponti. Il Sottosegretario s’è infatti soffermato a colloquio con i vertici del Consorzio per fare il punto sullo stato di avanzamento lavori dell’avvio della procedura di infrazione contro la Slovenia.
“Il Ministro Patuanelli s’è fatto carico di sollecitare il Presidente del Consiglio Draghi, per non correre il rischio che la situazione si areni – ha commentato Centinaio – mi farò portavoce della questione anche con il Ministro allo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, perché non si parla solo di agricoltura ma di una filiera intera. Insieme anche al Sottosegretario al Lavoro Tiziana Nisini, alla deputata Benedetta Fiorini, cercheremo di sollecitare Palazzo Chigi affinché venga preparata questa lettera e spedita rapidamente all’Europa. Una volta che la lettera sarà giunta a destinazione proveremo ad accelerare il procedimento. Ora più che mai c’è bisogno di fare sistema”.
Il comparto dell’Aceto Balsamico di Modena interessato dalla suddetta questione è uno dei più significativi, stabilmente nella top 5 dei prodotti ad indicazione geografica più rappresentativi nonché il più importante tra tutte le IG italiane in termini di esportazione: oltre il 92% del totale della produzione certificata. Motivo per cui, l’apertura rapida di una procedura di infrazione a tutela della denominazione è più che mai urgente, per evitare di creare danni ingenti al prodotto in termini economici e di tutela.
“Non c’è più tempo – ha affermato Mariangela Grosoli, Presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP – dobbiamo essere velocissimi ad aprire la procedura d’infrazione contro la Slovenia. Sono già passati diversi mesi da quando è stata pubblicata la legge slovena al centro del contendere ed il comparto sta aspettando una risposta decisa da parte del Governo Italiano. La norma tecnica si pone in netto contrasto non solo con la normativa europea sugli aceti, ma anche con le procedure previste per le indicazioni geografiche”.
Al riguardo sono intervenuti anche i due Vicepresidenti del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP Cesare Mazzetti e Giacomo Ponti, anch’essi appena riconfermati per il triennio 2022-2025. “Siamo di fronte ad una anomalia normativa – hanno spiegato – perché in realtà, prima che venisse emanata questa norma tecnica, in Slovenia esisteva già una normativa sugli aceti ed era in linea con gli standard europei. Ciò che stupisce è che una legge corretta sia stata rimaneggiata con il solo intento di imitare, in maniera inopportuna ed illecita, la denominazione Aceto Balsamico di Modena IGP, correttamente e seriamente prodotta in Italia dai produttori modenesi sottoposti a regole strettissime. La novità introdotta – aggiungono – ha fatto sì che unicamente per la parola balsamico finora vietata dalle norme europee, sia stato reso lecito l’utilizzo per indicare aceto che contiene mosto, al solo fine di imitare la produzione italiana e trarne vantaggio nella vendita. Presentando di fatto ai consumatori un prodotto senza alcuna regola”.
Alla 21° edizione della manifestazione internazionale dell’agroalimentare Cibus, che è tornata a Fiere di Parma dopo quattro anni ed una edizione saltata causa pandemia, oltre 3.000 aziende rappresentative del Made in Italy e dei singoli territori, la cui valorizzazione è la mission dell’evento stesso. Tante idee, voglia di confrontarsi ed un grande fermento di visitatori, foriero di una energia positiva come non si vedeva da tempo. Nonostante sia tangibile tra i produttori un clima di preoccupazione per gli sviluppi della crisi internazionale: l’Italia è infatti un Paese che per l’approvvigionamento di alcune materie prime fondamentali dipende da altri Stati e questo inevitabilmente rischia di ripercuotersi sulle produzioni nazionali soprattutto in termini di costi.
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